I cabaret di Kurfürstendamm, il boulevard di Berlino

kurfuerstendamm_bar_tanz_cabaret_590x218Kurfürstendamm è un viale di fondamentale importanza sia per la città di Berlino che per la storia dell’intrattenimento leggero tedesco e del Kabarett.

Nella topografia attuale, collega Breitscheidplatz (dove sorge la Gedächtniskirche, la chiesa commemorativa dell’Imperatore Guglielmo) a Rathenauplatz, in un percorso di 3,5 Km che attraversa i quartieri di Charlottenburg, Grunewald, Halensee e Wilmersdorf. Subito prima della sua costruzione, nel 1542, era invece una enorme distesa di fango che separava il Berliner Stadtschloss (il castello cittadino) e lo Jagdschloss (la residenza di caccia). Il  principe elettore Joachim II la fece diventare un sentiero per poter agilmente spostarsi a cavallo da un luogo all’altro.

La Gedächtniskirche vista da Kurfürstendamm, 1906 (copyright Max Missmann).
La Gedächtniskirche vista da Kurfürstendamm, 1906 (copyright Max Missmann).

Intorno al 1880, il cancelliere Otto von Bismarck ordinò la messa in opera di un progetto che aveva già in mente da tempo: asfaltare la strada e allargarla fino a 53 metri, per trasformarla in un boulevard.

I lavori cominciarono alla fine del 1882 e terminarono nel giro di quattro anni. Da quel momento, gli edifici e le attività intorno a Kurfürstendamm si svilupparono rapidamente, rendendola punto di riferimento per la vita culturale, gli spettacoli di intrattenimento e i negozi di lusso. Nel 1912, per esempio, vi fu edificata la Marmorhaus, un grande palazzo del cinema che prende il nome dalla caratteristica facciata in marmo.

Per il cabaret tedesco, invece, il primo luogo importante in Kurfürstendamm fu il Café des Westens (conosciuto anche come Café Größenwahn), che venne inaugurato nel 1898 e che divenne in tempi brevi il ritrovo preferito dagli artisti di avanguardia, tanto da essere considerato come la casa dell’Espressionismo.

L'edificio che ospitava il Café des Westens (1920; immagine tratta da www.stadtbild-deutschland.org))
L’edificio che ospitava il Café des Westens (1920; immagine tratta da www.stadtbild-deutschland.org))

Rimanendo nell’ambito dello spettacolo leggero, la realtà storica e il mito si confondono: sembra infatti che Ernst von Wolzogen ebbe l’dea di aprire il suo Buntes Theater (Überbrettl) proprio mentre era seduto ai tavoli del Café des Westens, come accadde anche a Max Reinhardt e soci per le prime serate dello Schall und Rauch, a Bertolt Brecht per il soggetto de L’Opera da tre soldi, e a Friedrich Hollaender per la canzone Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt. Quel che è certo, è che il 23 dicembre 1920, al primo piano del Café, Rosa Valetti aprì il Cabaret Größenwahn: uno dei primi esperimenti berlinesi ispirati direttamente ai cabaret parigini, al quale collaborarono anche Walter Mehring, Kurt Gerron, Blandine EbingerRichard W. HermannMischa Spoliansky.

Josephine Baker, che fu a Berlino nel 1926, sembra fare il verso a Marlene Dietrich
Josephine Baker, che fu a Berlino nel 1926, sembra fare il verso a Marlene Dietrich

Kurfürstendamm fu anche il luogo di nascita della Kabarettrevue – commistione di cabaret letterario, musicale e piccola rivista -, che vide la luce al civico 217, che corrispondeva al Nelson-Theater (ex Nelson Künstlerspiele) fondato nel 1914 da Rudolf Nelson. Tra le stelle che calcarono quel palco, anche Josephine Baker.

Nel 1922, dopo l’avventura del  Cabaret Größenwahn, Rosa Valetti si spostò al civico 32 per aprire Die Rampe, nel quale lavorarono anche Kurt TucholskyWerner R. Heymann, Ralph Benatzky, Wilhelm Bendow, Marcellus Schiffer, Margo Lion e molti altri.

Nel 1929, nella traversa di Joachimsthalerstraße, Robert Eugene aprì il cabaret politico – letterario Die Rakete, che quattro anni dopo ospitò le serate del Kabarett der Komiker. Più tardi, quest’ultimo si trasferì all’interno del Mendelssohn-Bau in Kurfürstendamm.

I locali della zona di Kurfürstendamm non erano solo nel viale, ma anche nelle immediate vicinanze: a poche decine di metri, in Kantstraße 10–12, c’è il Theater des Westens, il cui interrato ospitò il Wilde Bühne di Trude Hesterberg (1921), il Tütü di Wilhelm Bendow (1924) e il Tingel-Tangel-Theater di Hollaender (1931).

Più vicino alla Gedächtniskirche, in Budapester Straße, c’era il Küka, luogo di ritrovo per gli artisti non ancora affermati che speravano, un giorno, di arrivare al Café des Westens.

Una passeggiata a Kurfuerstendamm nel 1916 (da www.stadtbild-deutschland.org)
Una passeggiata a Kurfuerstendamm nel 1916 (da www.stadtbild-deutschland.org)

Questi sono solo alcuni dei teatri e locali di cabaret che contribuirono a rendere viva e vivace il boulevard di Berlino per tutti gli anni ’20 (e non solo, come abbiamo visto).

Le vicende storiche che fecero seguito a quel breve periodo di serenità, coinvolsero talvolta anche lo stesso Kurfürstendamm: è il caso del pogrom antisemita operato dai membri dello Sturmabteilung nazista il 12 settembre 1931. Durante la Seconda Guerra Mondiale, molti edifici della zona vennero distrutti; ma nei decenni successivi, nonostante le difficoltà, i berlinesi riuscirono a ridare lustro e splendore a quello che chiamano, con una punta d’affetto, Ku’damm.

 

Qui di seguito, un filmato dell’archivio British Pathé che mostra la vita tra le macerie di Kurfürstendamm nel 1947.

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