Quando Brecht diresse Karl Valentin e Nosferatu…

Karl Valentin nel film "Mysterien eines Frisiersalons" (1922)
Karl Valentin nel film “Mysterien eines Frisiersalons” (1922)
Karl Valentin nel film “Mysterien eines Frisiersalons” (1922)

Alcuni dei più conosciuti artisti dei cabaret tedeschi degli anni ’20 e ’30 lavorarono molto anche al cinema. Si pensi che, lungo le rispettive carriere, Margo Lion interpretò 88 film, Trude Hesterberg ben 94, Paul Morgan addirittura 120. Sono solo alcuni esempi, legati più che altro ai numeri.

Dal punto di vista artistico e da quello del successo su larga scala, pochi dei titoli cui parteciparono ebbero rilevanza nella storia del cinema. I film di Marlene Dietrich, per intenderci, furono “solo” una cinquantina, ma nell’elenco appaiono L’angelo azzurroMarocco, Shanghai Express, Scandalo internazionale, Paura in palcoscenico e L’infernale Quinlan. Naturalmente questo è un caso a sé, dovuto soprattutto al fatto che la maggior parte della carriera della Dietrich fu legata al cinema e soprattutto a quello americano.

Tornando in Germania, come dicevamo, pochi dei grandi artisti di cabaret ebbero modo di partecipare a pellicole di rilievo: Valeska Gert, per esempio, interpretò Die 3 Groschen-Oper nella versione tedesca di G.W. Pabst, mentre Margo Lion prese parte alla versione francese dello stesso regista; Morgan fu nel cast di Die Puppe (La bambola di carne) di Ernst Lubitsch; Kurt Gerron recitò in Die weiße Hölle vom Piz Palü (La tragedia di Pizzo Palù) di Fanck e Pabst, come anche ne L’angelo azzurro, con la Dietrich e Rosa Valetti.

Blandine Ebinger in “Mysterien eines Frisiersalons” (1922)
Blandine Ebinger in “Mysterien eines Frisiersalons”

Quest’ultimo è uno dei pochi film in cui appaiono insieme più artisti di cabaret. In questo senso – e in altri che vedremo -, l’oggetto più singolare è Mysterien eines Frisiersalons.

Misteri di un parrucchiere è una “comica” muta di mezz’ora, girata nel 1922 con la coppia Karl Valentin e Liesl Karlstadt.
Il film è di Valentin sotto molti punti di vista: ne è il protagonista principale, l’azione ruota soprattutto intorno a lui, che spesso è anche il responsabile di ciò che accade; in linea con il suo stile artistico, gli avvenimenti sono assurdi e comicamente surreali, i personaggi sono caricature della gente qualunque. Frequente in Valentin è l’umorismo tendente al macabro, come nella scena della testa mozzata che prosegue ad avere una vita propria, viene riattaccata al collo con un elastico e poi staccata di nuovo con l’amo di una canna da pesca…

Karl Valentin elimina una verruca dal viso di Liesl Karlstadt con uno scalpello, nel film “Mysterien eines Frisiersalons” (1922)
Karl Valentin e Liesl Karlstadt nel film “Mysterien eines Frisiersalons”

Sorprendono i colleghi coinvolti nel film, oltre all’inseparabile Liesl Karlstadt che appare abbigliata nello stile di Charlot. Blandine Ebinger, che apre il film, è la folle parrucchiera, collega del barbiere Valentin, caratterizzata da una improbabile capigliatura e da uno sguardo ben poco rassicurante, ma desiderosa di sedurre il professor Moras (Erwin Faber). Annemarie Hase interpreta la malcapitata moglie di Moras, e per questo vessata dalla parrucchiera. Uno dei barbuti clienti del salone è interpretato da Max Schreck, l’attore che, tra le altre cose, vestì i terrificanti panni del Conte Orlok nel Nosferatu di Murnau.

 

Bertolt Brecht (col flauto), Karl Valentin (al centro, con la tuba) e la sua sodale Liesl Karlstadt (con cilindro) nel Lachkeller di Monaco nel 1920.
Bertolt Brecht (col flauto), Karl Valentin (al centro, con la tuba) e la sua sodale Liesl Karlstadt (con cilindro) nel Lachkeller di Monaco nel 1920.

Ciliegina sulla torta, gli autori: Bertolt Brecht, in coppia con il regista teatrale e cinematografico Erich Engel.

Brecht conobbe Valentin tra il 1919 e il ’20, a Monaco, dove si era unito alla compagnia di artisti che il commediante dirigeva nel locale chiamato Lachkeller (La cantina delle risate).

Oltre all’intesa artistica, questo incontro generò anche una stima reciproca. Brecht commentò Mysterien eines Frisiersalons come un semplice divertimento, ma del collega scrisse:

Non si capisce perché non si dovrebbe mettere Karl Valentin sullo stesso piano del grande Charlie Chaplin, col quale ha in comune ben più della quasi totale rinuncia alla mimica e agli psicologismi a buon mercato, a meno che si voglia dare eccessiva importanza al fatto che è tedesco.
(1922)

Mysterien eines Frisiersalons sarà stato anche un puro divertimento, ma con il contributo di Bertolt Brecht e di alcuni attori di razza divenne forse il film più conosciuto di Karl Valentin.

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