Signore e signori, il Conférencier!

Werner Finck al Die Katakombe nel 1933
Werner Finck al Die Katakombe nel 1933

Lo spettacolo leggero della prima metà del Novecento è caratterizzato da una variegata terminologia: nomi talvolta bizzarri servivano a indicare e distinguere gli artisti specializzati nelle più diverse discipline. Nelle pubblicità, nelle locandine e nei programmi di sala dell’epoca si poteva leggere di excentrique, diseur e diseuse, chanteur e chanteuse, étoile a voix, gommeuse, ecc. Nati sui palchi francesi, alcuni di questi termini venivano adottati anche  negli spettacoli di altri Paesi d’Europa, talvolta traducendoli (ad esempio, in Italia, lo chanteur poteva diventare canzonettista), altre mantenendo l’originale, vuoi per difficoltà di trovare un corrispettivo nella lingua di destinazione, vuoi per amore d’esotismo.

Anche l’intrattenimento tedesco usò alcuni di questi termini, molto spesso senza tradurli. Ma fa caso a sé una parola particolare che, pur essendo francese, in Germania finì per avere un significato un po’ diverso da quello originale: Conférencier.

Per quanto in lingua tedesca il termine Conférencier venga usato piuttosto comunemente per indicare una tipologia particolare di presentatore, in francese si preferiscono i più tradizionali présentateur e animateur.

Karl Farkas
Karl Farkas

Storicamente, il primo presentatore di cabaret dovrebbe essere stato Rodolphe Salis, il creatore del parigino Chat Noir (considerato appunto il primo cabaret). Il suo ruolo era di semplice “collante” tra un’esibizione e la successiva. In seguito, con l’aumento della complessità dei numeri artistici, si rese necessario riempire i vuoti dei tempi tecnici con qualche breve chiacchiera e battuta con il pubblico.

Quando gli artisti tedeschi portarono il cabaret francese in Germania, cominciarono a modificarne prima i riferimenti nazionali, poi anche alcuni elementi strutturali. Tra di essi anche il presentatore, che rapidamente, oltre a mantenere le mansioni originarie, divenne titolare di un numero a sé stante, basato sull’osservazione prima ironica e poi satirica della quotidianità, includendo gradualmente anche elementi sociali e politici. Così avvenne il passaggio del testimone tra présentateur e Conférencier.

La trasformazione avvenne fin dagli albori del cabaret tedesco, nel 1901, quando Ernst von Wolzogen faceva gli onori di casa nel suo Buntes Theater (Überbrettl) con brevi monologhi caratterizzati da battute taglienti. Successivamente arrivarono personaggi come Paul Morgan e Werner Finck, quest’ultimo pronto a ironizzare sui fatti del giorno presentandosi addirittura in scena con il quotidiano in mano.

Paul Morgan
Paul Morgan

In Austria nacque una variante alla mansione di questi personaggi: si trattava della Doppelconférence, creata da Fritz Grünbaum e Karl Farkas al Kabarett Simpl (tuttora esistente) di Vienna, con i due impegnati ad alternarsi in battute sarcastiche sugli avvenimenti recenti. Il ruolo del Conférencier, sia in versione singola che doppia, fu mantenuto anche successivamente e resiste anche oggi.

La maggior parte dei personaggi citati (ce ne sarebbero anche molti altri) non hanno mai avuto notorietà fuori dai confini dei rispettivi Paesi, quindi a noi può risultare difficoltoso riuscire a sostituire con l’immagine di un artista garbato in abiti eleganti ma non vistosi, quella dell’ambiguo ed estroso maestro di cerimonie dello spettacolo, poi film, Cabaret. Eppure quest’ultimo tipo di presentatore non è mai realmente esistito. Fatta eccezione per i locali che facevano del gender bending la loro identità (uno per tutti: l’Eldorado), i palchi dei cabaret della Berlino dei tempi di Weimar non furono mai calcati da un Emcee come quello interpretato con successo da Joel Gray sia a teatro che al cinema.

Fritz Grünbaum
Fritz Grünbaum

La forza del personaggio e la sua capacità di diventare agli occhi dello spettatore l’attrazione principale è dovuta al fatto di essere una metafora della sua epoca: l’ambiguità della Germania era in parte sessuale, ma soprattutto sociale, economica, politica. Anni di confusione riassunti in un personaggio tanto stratificato e potente da diventare ambito da molti attori, ma non a tutti adatto. Oltre a Gray, tra gli altri, hanno interpretato con successo questo ruolo, Alan Cumming (in tre occasioni, nella produzione diretta da Sam Mendes: nel West End di Londra nel ’93, a Broadway nel ’98 e nel 2014 ), Neil Patrick Harris (nel 2003, con Mendes), la cantante dei Dresden Dolls Amanda Palmer (nella produzione dell’A.R.T. – American Repertory Theater, 2010), il vincitore di Pop Idol UK 2001 Will Young (nella produzione inglese di Rufus Norris nel 2012 e 2014).

Ma è bene ricordare che i veri (inteso come reali) presentatori del Kabarett del tempo erano artisti con nomi, stili, personalità differenti. Mentre il personaggio di Cabaret resta solo un ruolo. Tanto che un nome proprio, lui, non ce l’ha.

Di seguito, una galleria di sei degli attori che hanno interpretato il ruolo dello Emcee nel musical Cabaret.

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